La “classica”: Fujifilm X-Pro2

Vi dirò, avevo intenzione di attendere ancora un po’ prima di parlarvi della macchina fotografica che ad oggi uso per la maggior parte del tempo. Ma ho letto un po’ di cose sul suo conto e… beh… ho deciso di accorciare i tempi e dire anche la mia su questo piccolo gioiello.


Perché, sì, mi piace. Anzi, la amo proprio.

E come tutti i grandi amori, gli inizi sono stati tutt’altro che sereni. E c’è chi lo minaccia: come spesso accade nei grandi romanzi, la rivale è molto vicino a lei. Peggio, è sua sorella.

Tutto comincia in primavera, come nella migliore tradizione. In quei mesi, la mia macchina fotografica principale (dopo la vendita della “grande incompresa” X100T) era la X-T1, simile in tutto e per tutto (ma peso e dimensioni esclusi!) alle mie vecchie reflex Canon. Però sapevo che qualcosa si stava muovendo nell’aria, avevo letto le prime indiscrezioni… e a fine Febbraio mi trovo davanti gli annunci di questa che sembrava essere, a tutti gli effetti, esattamente la macchina che avevo sperato: una X100T con obbiettivi intercambiabili, con in più un processore e un sensore nuovi di zecca.

Leggo le recensioni, istintivamente (e stranamente, viste le riflessioni che avevo fatto nel frattempo…) mi entusiasmo per lo stesso mirino ottico che tanto mi aveva lasciato perplesso nella X100T e… e basta, il design retro e i controlli a vista tipici di Fujifilm fanno il resto: vendo tutto quello che mi restava del vecchio corredo canonista e prenoto uno dei primissimi modelli di X-Pro2 venduti a Roma.

Me la ritrovo nelle mani e mi innamoro. Sul serio, tutto quello che mi aveva lasciato perplesso nella vecchia X100T qui funziona proprio come mi aspettavo, il peso e l’ingombro sono perfetti, il mirino ottico che cambia di ingrandimento a seconda della lente montata mi “libera” dalla claustrofobia e dai capricci del mirino elettronico e poi quella rotellina ISO sollevabile  che in tanti detestano ma che è proprio come quella delle Pentax analogiche che ho già… ok, mi aveva conquistato.

La tragedia? Dopo tre settimane una porta SD difettosa distrugge una delle mie card… e mi costringe a dare la macchina indietro in assistenza! Vi risparmio le mie sofferenze passate nelle settimane di attesa, nelle quali la fedelissima  X-T1 supplisce come può alla mancanza della nuova arrivata. Tuttavia, alla fine lei ritorna, e il discorso tra noi due ricomincia. Per non finire più.

OK, cos’è  che mi piace così tanto? Che questa benedetta e modernissima macchina ha lo stesso identico feeling delle vecchie Leica a telemetro alle quali chiaramente si ispira, ma è più leggera, risponde meglio e se la tira meno (e le ho provate le Leica digitali, la mitica Monochrome prima tra tutte… non vedevo l’ora di tornare dalla mia “giapponesina”).

Il punto di forza principale è costituito ovviamente dal mirino ottico, che inquadra tutto il campo visivo “dal vivo” e senza mediazioni elettroniche, posizionando un riquadro sulla porzione effettivamente inquadrata. Certo, c’è il problema del parallasse (il mirino è a sinistra della lente e quello che vede è diverso da quello che inquadra la lente, un po’ come succede quando provate a guardare tenendo chiuso ora un occhio e ora l’altro) ma con un rapido tocco di una levetta posta sul davanti attiva il mirino elettronico completo, garantendo così una ripresa fedelissima dell’inquadrato e permettendo di eseguire degli allineamenti perfetti.

L’importanza di questo mirino non potrà mai essere sopravvalutata, tanto che se non vi piace e pensate di non usarlo vi direi tranquillamente di non prendere questo modello, visto che gliel’hanno praticamente costruito attorno. Vedere di più e non di meno di quello che andrete a scattare è un vantaggio fenomenale negli scatti di reportage o di street photography, perché vi consente di aggiustare al momento la composizione per eliminare questo o quel dettaglio fuori campo, prevedendo i movimenti dei soggetti fuori scena e più in generale mantenendovi “dentro” l’azione senza filtri esterni o visuali forzate (una sensazione aumentata dal fatto che il corpo della fotocamera l’avete di lato e non frapposto  tra voi e il soggetto).

Naturalmente, questo assetto pone qualche problema. Non è particolarmente adatto alle focali lunghe, o agli zoom troppo voluminosi che vanno a coprire parte del mirino, trovando il suo impiego migliore con le lenti normali o grandangolari, preferibilmente fisse (che, guarda un po, sono proprio quelle che uso io). Ancora, non avete un controllo precisissimo del fuoco specie se scattate con diaframmi molto aperti e profondità di campo ridotte. Questo perché il riquadro di messa a fuoco subisce anche lui gli effetti del parallasse, spostandosi nello scatto finale, e anche se esiste una visualizzazione del punto di fuoco reale qualche volta rischiate di sbagliare e perdere lo scatto. E’ per questo che i cari ingegneri della Fujifilm (ai quali voglio tanto, ma tanto bene!) hanno inserito un riquadro elettronico in basso a destra, una sorta di “ritaglio” della visuale elettronica che può riprodurre – a scelta – o tutta la scena oppure il punto esatto di messa a fuoco, consentendo gli aggiustamenti necessari. E, sì, perdete la “previsualizzazione” di quella che sarà l’immagine finale, tipica delle mirrorless… ma è poi così tanto un male?

Lo è se scattate sempre in JPEG, ossia in un formato che una volta scattato non permette grandi aggiustamenti in termini di colore, contrasto e luminosità generale. Le Fujifilm, peraltro, puntano molto su questa modalità, offrendo una serie di “simulazioni pelllicola” basate proprio sui vecchi rullini “storici” della casa che forniscono subito risultati di grande impatto, direttamente usciti dalla fotocamera. Tuttavia, se come me preferite scattare nel formato “integrale” RAW che permette manipolazioni più ampie (e che comunque può essere trasformato in JPEG direttamente dalla stessa fotocamera, anche in un momento successivo… ora capite perché voglio così tanto bene agli ingegneri Fujifilm?), capirete che la previsualizzazione in un qualsiasi schermo LCD non vi darà mai una riproduzione assolutamente fedele dell’immagine finale e potrete concentrarvi sui dati generali di scatto e sulla composizione più che sulle sottigliezze delle regolazioni. Tanto più che la possibilità di visualizzare l’istogramma dell’immagine in tempo reale (ne riparleremo di questo strano “robo” tutto curve e coordinate, non preoccupatevi…) vi fornirà un’idea dell’esposizione molto più precisa di qualsiasi anteprima.

In cima a tutto, poi, l’ergonomia. I controlli sono stati spostati tutti a destra dello schermo, permettendovi di manovrare l’intera macchina con una mano sola. Unico neo il pulsante di blocco del focus che sta in una posizione davvero scomoda e che ho scambiato con il pulsante di blocco dell’esposizione (perché, sì, la macchina è personalizzabile… e anche parecchio!), nonché il fatto che per alcuni usarla in verticale risulta più scomodo che con una simil-reflex… ma per quel che mi riguarda non ho trovato particolari difficoltà e considerate che in genere scatto di più proprio in verticale che in orizzontale.

La X-Pro2 pare dunque fatta apposta per staccarvi dalla compulsione degli automatismi, mettere quello che volete in manuale e divertirvi, come le macchine fotografiche di un tempo. Lo scatto viene come viene, non avete il controllo di tutto, e il più delle volte questo significa che esce anche meglio! Insomma, non è una macchina per nevrotici, ossessionati dalla perfezione (presunta) della loro idea precisa di scatto. Clic e ciao, si passa alla prossima foto.

Ma dunque, chi è questa rivale che la minaccia?
Sei mesi dopo la sua uscita, Fujifilm colpisce ancora e presenta al pubblico la sua nuova ammiraglia in stile “reflex”, che succede direttamente alla X-T1: la X-T2. E, almeno sulla carta, come prestazione batte in più punti la stessa X-Pro2.

Autofocus più reattivo e personalizzabile, mirino elettronico molto più grande e luminoso, possibilità di montare un grip aggiuntivo che ne aumenta autonomia e velocità di scatto a raffica. E mentre alcune di queste migliorie mi interessano francamente molto poco (sono uno di quelli che non ritiene le fotocamere lo strumento migliore per fare dei filmati, quindi me ne faccio ben poco del 4K ultradefinito), di altre invece ne sento oggettivmente un po’ la mancanza (eh, lo schermo posteriore orientabile sarebbe non solo “carino” ma anche utile in certe occasioni) o addirittura mi fanno arrabbiare (va bene che mi serve a poco, ma perché solo la nuova arrivata ha due slot SD ultraveloci UHS-II, mentre la mia X-Pro2 deve accontentarsi di uno più un altro a velocità normale?).

Però.

Venendo da un utilizzo pluriennale della X-T1 (alla quale sono legatissimo: dedicherò un post apposito al mio mitico “muletto”) capisco anche quali siano le sue limitazioni relative al genere di fotografia che faccio. Avere il corpo macchina davanti alla faccia e non di lato è un vantaggio che solo chi lo ha provato letteralmente sulla sua pelle può comprendere, e soprattutto non cambierei quello splendido mirino ottico con il miglior mirino elettronico del mondo. Non ci sono santi, con la X-Pro2 sono dentro il mondo che fotografo, con la X-T2 ne rimarrei al di fuori, dietro una splendida e limpidissima finestra, ma sempre distaccato. E non è questo che voglio dalla mia fotografia.

Quindi, sono ancora convinto di aver fatto la scelta migliore riguardo alle mie esigenze. La X-Pro2 mi dà lidea della macchina che mi terrò per molto tempo con me, qualcosa di reale e non l’ultimo giocattolo elettronico da buttare non appena arriva qualche altro modello. Sicuramente, anche oggi la preferirei ad una X-T2 non dovendola usare spesso per riprese d’azione o per macrofotografia.

Ecco, la X-Pro2 mi ha dato da subito l’impressione di essere la mia macchina, e lo ha confermato in tutti questi mesi che l’ho utilizzata. Non credo di poter chiedere di più.
PS: Proprio mentre sto scrivendo, è uscito il nuovo aggiornamento del firmware che porta l’autofocus della X-Pro2 allo stesso livello di quello della X-T2, personalizzazioni escluse.

Un pensiero riguardo “La “classica”: Fujifilm X-Pro2

  1. Ciao! Da qualche mese l’ho pressa ed è stato amore a prima vista ma, non riesco in nessun modo ad evitare che premendo il pulsante di scatto a metà corsa non rimanga bloccata la esposizione.
    Le impostazioni di menu le ho controllate ma nulla da fare. Mi puoi aiutare?? Grazie!
    Ramiro.

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