La focale 50mm

(Piccola premessa: siccome questi benedetti numeri delle focali cambiano sulla base del sensore, ho deciso di utilizzare i valori “classici”, ossia quelli delle macchine 35mm oggi riprese dai modelli “full frame”; questo articolo, che parla della focale a 50mm, si riferisce dunque per chi come me usa modelli con sensore APS-C agli obbiettivi da 35mm)

Se parli con un qualsiasi fotografo o anche appassionato ben “documentato” e gli chiedi quale obbiettivo utilizzare per la street photography la risposta sarà quasi sempre la stessa: un bel 35mm. Ma se è anche un po’ più “largo” è meglio.

Se però leggi una qualsiasi biografia o intervista di alcuni tra i più grandi autori (il solito Henri Cartier-Bresson primo tra tutti), scopri che loro hanno fatto praticamente tutti i loro scatti con il 50mm, senza tentennamenti.

E io sono assolutamente d’accordo con loro.

L’obiettivo Fujinon 35mm f/2, con la sua caratteristica forma conica che riprende un po’ i vecchi obiettivi Zeiss. Questo perché Fujifilm non sta cercando di riprendere il vecchio look delle fotocamere classiche, certo che no…

 

OK, che significa tutto questo? (A parte che non esiste alcuna regola infrangibile nel mondo della fotografia, è ovvio…)

Quelli che usano il 35 saranno più che felici di descrivere come questa lunghezza focale sia la più vicina al modo naturale di guardare dei nostri occhi e come porti il fotografo a contatto diretto con la scena, anzi proprio dentro, poiché lo costringe ad avvicinarsi al soggetto. Stai lì e scatti in your face, yo! Dritto con la fotocamera sul naso del tizio che ti sta davanti o comunque pronto ad immortalare tutto un pezzo di una strada con la gente che ti passa davanti, e le insegne, e i lavori in corso, e le macchine, e lo smog, e i grattacieli. Yeah, very New York style, man!

Quelli che usano il 50 a questo punto sono già seduti al tavolino del più vicino bistrot, sorseggiano un Pernod e accarezzano la loro Leica seminascosta da una manica del loro soprabito. Replicano senza problemi che sì, in quanto a campo di ripresa il 35 copre buona parte della visuale naturale, ma il 50 non ha alcuna distorsione ottica tra gli oggetti lontani e vicini e le distanze restano quelle che vedi (il 35 tende a dilatarle, e ad allargare le forme… ecco perché un ritrattista partirà come minimo dal 50 per il suo lavoro). E ancora, vuoi mettere la bellezza del suo sfumato negli sfondi?

Naturalmente queste sono semplificazioni (non vi serve Parigi per scattare col 50, e non è che i 35 vanno bene solo per New York) ed entrambe sono scelte valide, da fare sulla base del vostro stile.

Per quel che mi riguarda, però, senza il mio 50 (meglio, senza uno dei miei due 50… tanto per darvi un’idea di quanto ami questa focale…) non esco. E per due motivi.

Il primo è legato proprio alla focale, e ne abbiamo appena parlato. Le distanze relative tra gli oggetti ripresi con un 50 rimangono esattamente quelle che vedete normalmente, né dilatandosi come con il 35 o i grandangoli, né accorciandosi come con i teleobbiettivi. Quell’albero che sta cinque metri più in là della staccionata che sto fotografando sembrerà essere a cinque metri anche nella foto, né più né meno. Questo significa che le proporzioni tra gli elementi rimarranno le stesse, permettendomi di piazzare tutti i frammenti dell’immagine al loro posto come se stessi “dipingendo” la scena e senza dover combattere con i capricci ottici della fotografia (HCB aveva cominciato come pittore, e ha finito la sua carriera come tale…).

Il secondo è determinato dal mio modo di scattare, ma prima ancora di vedere la scena. La focale 50 non solo mi concede un certo “spazio di respiro” rispetto al soggetto (sì, io sono tra quei fotografi che non vuole influenzare la scena, se possibile rimanendo invisibile o quasi), ma replica il processo mentale e fisico del mio sguardo che vede tutta la scena e poi si concentra su una porzione della stessa: il 50 riproduce esattamente quel pezzo della mia visuale generale a cui sto dando attenzione, separandolo dal contesto e dagli altri elementi che considero non utili a far passare il messaggio. Il che è esattamente lo steso motivo per cui amo così tanto il mirino ottico della mia X-Pro2, che riprende tutta la scena ma piazza il suo bel quadratino luminoso di ripresa solo sul punto che mi interessa. Insomma, il tutto mi viene più naturale col 50, liberandomi dalla necessità di “croppare” in seguito l’immagine.

Concludendo, la scelta della focale è frutto del tipo di fotografia che si vuole fare. Pare una banalità, ma è così, perché non si tratta di una semplice questione di quanto vogliamo stare vicini o lontani dai nostri soggetti. Il 35 riproduce la realtà, così com’è e come la vedi; il 50 ne prende un pezzo, che tu hai scelto perché volevi usarlo per dire qualcosa, per far passare un messaggio o per evidenziarne una particolare armonia.

Non è una differenza da poco.

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